Il whisky è composto da tre ingredienti fondamentali: orzo, lievito e acqua. La presenza di acqua nella composizione del whisky, che varia normalmente tra il 40% e il 60% in ogni bottiglia, sottolinea l’importanza cruciale di questo elemento nel processo di produzione.
Tuttavia, sorge la domanda su come le caratteristiche speciali dell’acqua sopravvivano al processo di distillazione, solitamente doppio, che porta alla creazione del whisky.
Da un punto di vista chimico, l’acqua è semplicemente un composto di idrogeno e ossigeno, ma ciò vale solo per l’acqua distillata. L’acqua naturale, invece, contiene una varietà di altri componenti, soprattutto minerali come calcio e magnesio, insieme a elementi biologici che influenzano il suo sapore, come la torba e tracce di muschio.
La composizione effettiva dell’acqua dipende dalla sua origine: ad esempio, le acque di superficie prelevate da fiumi o loch (laghi) scozzesi avranno un carattere diverso rispetto a quelle provenienti da sorgenti o pozzi. L’acqua che scorre attraverso strati di calcare avrà un maggior contenuto di calcare rispetto a quella filtrata attraverso il granito, mentre l’acqua proveniente da terreni profondi o brughiere avrà un carattere più acido.
Di conseguenza, la qualità e il sapore dell’acqua influenzeranno il profilo aromatico del whisky, a seconda delle quantità di componenti minerali o biologici disciolti in essa.
La maggior parte delle distillerie di whisky in Scozia, Irlanda, Stati Uniti e in altre parti del mondo prestano molta attenzione all’acqua che utilizzano, spesso preferendo utilizzare acqua di provenienza propria, poiché attribuiscono alle sue proprietà speciali almeno in parte la qualità del loro whisky.
Nel processo di produzione del whisky si fa una distinzione fondamentale tra “process water” (acqua di processo), usata per la macerazione dell’orzo, e “reduction water” (acqua di riduzione), utilizzata per diluire il whisky finito prima dell’imbottigliamento.
Secondo le regolamentazioni delle Scottish Private Water Supplies Regulations del 1992, l’acqua utilizzata per il mashing dell’orzo non deve necessariamente essere potabile, poiché la doppia distillazione elimina in modo affidabile qualsiasi ingrediente nocivo. Tuttavia, ogni distilleria monitora costantemente la qualità dell’acqua utilizzata nel proprio processo.
La durezza dell’acqua gioca un ruolo fondamentale nel processo di macerazione (mashing) e fermentazione: un’acqua dura con un alto contenuto di calcio aumenta l’efficienza degli enzimi responsabili di convertire l’amido in zucchero e può aiutare i lieviti a lavorare meglio durante la fermentazione, contribuendo a una più ampia gamma di sapori nel prodotto finale. D’altra parte, l’orzo si macera meglio in acqua dolce piuttosto che in acqua troppo dura.
Durante la distillazione, sono proprio i componenti minerali a rimanere e a non entrare nel distillato finale, pertanto non hanno un effetto diretto sul gusto del new make. Al contrario, sono le diverse sostanze organiche conosciute come “esteri” a influenzare direttamente l’aroma e il sapore del distillato.
Tuttavia, il processo di invecchiamento in botte ha un’influenza molto più significativa: il distillato fresco viene fatto riposare nella botte di rovere per almeno tre anni, spesso anche molto di più. In luoghi con un clima fresco e umido, come la Scozia, ogni anno evapora più alcol attraverso le pareti della botte (fenomeno noto come “Angel’s share”, la parte degli angeli) rispetto all’acqua. Questo processo di evaporazione contribuisce alla perdita sia in quantità che in contenuto alcolico del whisky nel corso degli anni.
Prima dell’imbottigliamento, il whisky viene generalmente diluito alla gradazione alcolica desiderata. A questo scopo si utilizza acqua potabile di alta qualità e molte distillerie preferiscono quella demineralizzata.
In sintesi, l’influenza dell’acqua utilizzata prima della distillazione dovrebbe essere minima. Mentre i Master Distillers concordano universalmente sull’importanza di una buona qualità dell’acqua come prerequisito fondamentale per un whisky di alta qualità, sono altri fattori come la qualità dell’orzo, la forma degli alambicchi e delle botti utilizzate, insieme al microclima presente durante l’invecchiamento in botte, a giocare un ruolo molto più determinante.
È possibile bere il whisky con l’acqua?
La risposta è sì! In realtà, in molti casi, ha perfino senso farlo. Soprattutto i whisky con un alto tenore alcolico spesso rivelano una nuova e ricca gamma di aromi quando si aggiunge un po’ di acqua naturale.
Qual è la gradazione alcolica perfetta per un whisky?
La risposta a questa domanda dipende dai gusti personali di ogni appassionato di whisky. La maggior parte dei whisky standard ha una gradazione alcolica compresa tra il 40% e il 43% vol., lasciando poco margine per ulteriori diluizioni. Tuttavia, molti amanti del Single Malt apprezzano particolarmente la gradazione alcolica del 46% vol., spesso offerta dai produttori indipendenti. Naturalmente ci sono anche appassionati delle versioni estremamente forti e intense, con la gradazione originale della botte. Esplorate e fate qualche esperimento, lasciandovi guidare dalla vostra curiosità!
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